BELLEZZA
Definizione breve
In una epoca in cui rassegnazione e abitudine ci hanno educato al brutto la Bellezza, intesa come ordine, armonia e proporzione delle parti formerà il cittadino (civis) ad avere una nuova consapevolezza di sé stesso e della comunità in cui vive. Dobbiamo educare le nuove generazioni al Bello perché solo chi riconosce la Bellezza può cessare, con la conoscenza, di essere suddito per divenire cittadino.
Definizione lunga
La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi. La connessione tra l’idea del bello e quella di bene, rinvia alla concezione della bellezza come ordine, armonia e proporzione delle parti. Per Aristotele e Platone il bello è il vero; tramite la bellezza e l’armonia delle forme si educavano i giovani ad una vita virtuosa. Solo nell’intelletto, esercitato alla conoscenza della verità, e nella volontà che tende al bene, è possibile crescere come persona e far crescere la comunità. Tutto ciò che è degno di ammirazione e di imitazione è bello e compito della bellezza è educare l’uomo all’ascesa verso il bene. La conoscenza permette di riconoscere la bellezza e diventa, pertanto, urgente insegnare a riconoscere la bellezza: ci domandiamo se sia possibile educare alla Bellezza.
Peppino Impastato, giornalista attivista ucciso dalla mafia, pensava e sperava di sì. Era convinto che la Bellezza potesse salvare il mondo perché l’uomo ha bisogno di contemplare ciò che è bello per essere elevato alla Verità e alla Bontà.
“Se si insegnasse la Bellezza alla gente, le si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e la omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità: si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre per sempre. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Il mondo moderno e la attuale società tentano di estirpare il Vero ed il Bene abituandoci al “Brutto” ma la conoscenza, la volontà e la educazione al Bello devono allenare l’anima e la mente e portano le persone ad essere libere, a crescere e a far crescere la comunità umana. L’educazione alla bellezza consente alle menti libere, oltre alla crescita personale, di immaginare una città a dimensione d’uomo libere dai condizionamenti della abitudine e della rassegnazione. La Bellezza, speriamo, riuscirà a fermare questo incessante declino della nostra società e delle nostre realtà cittadine rassegnate e abituate al “brutto elargito”.
In una epoca in cui rassegnazione e abitudine ci hanno educato al brutto la Bellezza, intesa come ordine, armonia e proporzione delle parti formerà il cittadino (civis) ad avere una nuova consapevolezza di sé stesso e della comunità in cui vive. Dobbiamo educare le nuove generazioni al Bello perché solo chi riconosce la Bellezza può cessare, con la conoscenza, di essere suddito per divenire cittadino.
Definizione lunga
La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi. La connessione tra l’idea del bello e quella di bene, rinvia alla concezione della bellezza come ordine, armonia e proporzione delle parti. Per Aristotele e Platone il bello è il vero; tramite la bellezza e l’armonia delle forme si educavano i giovani ad una vita virtuosa. Solo nell’intelletto, esercitato alla conoscenza della verità, e nella volontà che tende al bene, è possibile crescere come persona e far crescere la comunità. Tutto ciò che è degno di ammirazione e di imitazione è bello e compito della bellezza è educare l’uomo all’ascesa verso il bene. La conoscenza permette di riconoscere la bellezza e diventa, pertanto, urgente insegnare a riconoscere la bellezza: ci domandiamo se sia possibile educare alla Bellezza.
Peppino Impastato, giornalista attivista ucciso dalla mafia, pensava e sperava di sì. Era convinto che la Bellezza potesse salvare il mondo perché l’uomo ha bisogno di contemplare ciò che è bello per essere elevato alla Verità e alla Bontà.
“Se si insegnasse la Bellezza alla gente, le si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e la omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità: si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre per sempre. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Il mondo moderno e la attuale società tentano di estirpare il Vero ed il Bene abituandoci al “Brutto” ma la conoscenza, la volontà e la educazione al Bello devono allenare l’anima e la mente e portano le persone ad essere libere, a crescere e a far crescere la comunità umana. L’educazione alla bellezza consente alle menti libere, oltre alla crescita personale, di immaginare una città a dimensione d’uomo libere dai condizionamenti della abitudine e della rassegnazione. La Bellezza, speriamo, riuscirà a fermare questo incessante declino della nostra società e delle nostre realtà cittadine rassegnate e abituate al “brutto elargito”.