Uno sguardo sulla città di VITERBO
di Nicola Cerino
Le Fortezze, Piazza del Sacrario, Valle Faul, i Giardini papali con l’Acropoli, il sistema murario cittadino ed ancora Piazza della Rocca, Prato giardino, lo Stadio da delocalizzare, la stazione di Porta Romana e il suo collegamento ferroviario con la stazione di Porta Fiorentina e il relativo passaggio a livello: sono solo alcune, le più significative, delle macroaree sulle quali avviare un’azione di rifunzionalizzazione.
Tali operazioni di rifunzionalizzazione sono più drammaticamente evidenti per chi guarda e osserva dall’esterno e con angolazioni diverse la città rispetto a chi l’ha sempre sotto gli occhi. Questi sguardi consentono non solo di esaminare quello che c’è di bello e di importante nell’esistente ma consentono di considerarlo in una nuova visione certamente nazionale ma soprattutto internazionale. Viterbo può essere questa! Nulla da inventarsi di più se non riappropriarsi del “bello” esistente rimettendolo nuovamente a disposizione della collettività! Riosservare, dunque, il grande patrimonio esistente come una operazione di nuovo traguardo di vita verso la contemporaneità. C’è bisogno di tornare a rivivere il centro storico rigenerando il patrimonio pubblico e privato in funzione delle necessità per restituirlo agli abitanti e alle nuove generazioni che sono da proteggere dall’attuale abbandono anche ricorrendo a micro interventi significativi che siano parte integrante di un’unica operazione di valorizzazione di questa città. C’è bisogno di crederci ed impegnarsi tutti insieme. Per fare questo bisogna recuperare il rispetto verso il bene comune, verso il decoro urbano, attenzionare alcuni punti fragili della città molto spesso sacrificati e mortificati dall’incuria, dall’abbandono e dalle auto, da una tipologia commerciale passiva, da un uso molto spesso inadeguato delle strutture. Ci sarebbe bisogno di una maggiore attenzione e cura verso questi luoghi e magari un uso della città e degli spazi urbani meno selvaggio e più rispettoso. Sarebbe utile fornire alla comunità locale, se lo vuole, delle linee di indirizzo per realizzare i loro bisogni generali, formare e/o risvegliare in loro un virtuoso processo partecipativo atto a far riemergere l’orgoglio di appartenenza ad un “luogo” della città tutta non più emarginata. C’è bisogno di realizzare importanti interventi su porzioni intere della città. C’è bisogno di far riemergere parti di città apparentemente scomparse o impossibili da vedere.
Nicola Cerino Responsabile Gruppo di Lavoro “Urbanistica” Associazione di Cittadinanza Attiva IO SONO CIVICO
Tali operazioni di rifunzionalizzazione sono più drammaticamente evidenti per chi guarda e osserva dall’esterno e con angolazioni diverse la città rispetto a chi l’ha sempre sotto gli occhi. Questi sguardi consentono non solo di esaminare quello che c’è di bello e di importante nell’esistente ma consentono di considerarlo in una nuova visione certamente nazionale ma soprattutto internazionale. Viterbo può essere questa! Nulla da inventarsi di più se non riappropriarsi del “bello” esistente rimettendolo nuovamente a disposizione della collettività! Riosservare, dunque, il grande patrimonio esistente come una operazione di nuovo traguardo di vita verso la contemporaneità. C’è bisogno di tornare a rivivere il centro storico rigenerando il patrimonio pubblico e privato in funzione delle necessità per restituirlo agli abitanti e alle nuove generazioni che sono da proteggere dall’attuale abbandono anche ricorrendo a micro interventi significativi che siano parte integrante di un’unica operazione di valorizzazione di questa città. C’è bisogno di crederci ed impegnarsi tutti insieme. Per fare questo bisogna recuperare il rispetto verso il bene comune, verso il decoro urbano, attenzionare alcuni punti fragili della città molto spesso sacrificati e mortificati dall’incuria, dall’abbandono e dalle auto, da una tipologia commerciale passiva, da un uso molto spesso inadeguato delle strutture. Ci sarebbe bisogno di una maggiore attenzione e cura verso questi luoghi e magari un uso della città e degli spazi urbani meno selvaggio e più rispettoso. Sarebbe utile fornire alla comunità locale, se lo vuole, delle linee di indirizzo per realizzare i loro bisogni generali, formare e/o risvegliare in loro un virtuoso processo partecipativo atto a far riemergere l’orgoglio di appartenenza ad un “luogo” della città tutta non più emarginata. C’è bisogno di realizzare importanti interventi su porzioni intere della città. C’è bisogno di far riemergere parti di città apparentemente scomparse o impossibili da vedere.
Nicola Cerino Responsabile Gruppo di Lavoro “Urbanistica” Associazione di Cittadinanza Attiva IO SONO CIVICO
INTERPRETIAMO I CAMBIAMENTI IN ATTO
di Nicola Cerino
Il progetto nasce da una domanda : “ Lo sport può rappresentare un cambiamento per le città e i giovani come interpretano questo cambiamento?”
Per argomentare il nostro tema possiamo partire dalle parole del Presidente del Coni Dott. Giovanni Malagò che ha evidenziato come sia importante il tema della rigenerazione soprattutto in questa fase di pandemia: le nuove Smart city devono avere al centro lo sport, l’offerta dei servizi non può prescindere dal recupero di spazi abbandonati da adibire all’attività sportiva; l’importanza nella rigenerazione, intesa come processo temporale di riconversione economica e sociale, di cui l’attività sportiva è un aspetto inscindibile, della sinergia fra attori pubblici e attori privati, cioè le comunità locali che non possono essere escluse poiché abitano le realtà interessate da questi processi.
Proprio su questo tema riportiamo come significativo l’intervento del Dott. Vito Cozzoli, Presidente di Sport e Salute, che porta avanti il Progetto “Sport nei Parchi”, che prevede la destinazione di aree verdi pubbliche allo svolgimento di libere attività sportive e che ha visto l’adesione di ben 1600 comuni. Infine e non ultimo è lo spazio dedicato con assegnazione di fondi( 700 milioni) al tema dello sport nel Recovery Plan a cui vanno aggiunti 180 milioni stanziati con la Legge di Bilancio); il tema fondamentale è quello del forte legame tra sport e periferie proprio per valorizzare queste ultime.
Per argomentare il nostro tema possiamo partire dalle parole del Presidente del Coni Dott. Giovanni Malagò che ha evidenziato come sia importante il tema della rigenerazione soprattutto in questa fase di pandemia: le nuove Smart city devono avere al centro lo sport, l’offerta dei servizi non può prescindere dal recupero di spazi abbandonati da adibire all’attività sportiva; l’importanza nella rigenerazione, intesa come processo temporale di riconversione economica e sociale, di cui l’attività sportiva è un aspetto inscindibile, della sinergia fra attori pubblici e attori privati, cioè le comunità locali che non possono essere escluse poiché abitano le realtà interessate da questi processi.
Proprio su questo tema riportiamo come significativo l’intervento del Dott. Vito Cozzoli, Presidente di Sport e Salute, che porta avanti il Progetto “Sport nei Parchi”, che prevede la destinazione di aree verdi pubbliche allo svolgimento di libere attività sportive e che ha visto l’adesione di ben 1600 comuni. Infine e non ultimo è lo spazio dedicato con assegnazione di fondi( 700 milioni) al tema dello sport nel Recovery Plan a cui vanno aggiunti 180 milioni stanziati con la Legge di Bilancio); il tema fondamentale è quello del forte legame tra sport e periferie proprio per valorizzare queste ultime.